25 settembre 2007

Un ragazzo, un giorno...

dormi tranquillo.
riposa fra le braccia di morfeo, fatti cullare nel lieve tepore del tardo pomeriggio, con il sole che riscalda anche se le finestre son chiuse, perchè è talmente grande e rosso che entra in ogni fessura.
si insinua dentro di te, ti tocca gli organi vitali, ti smuove dentro, senza sfiorare gli occhi, senza svegliarti, lasciandoti riposare dolcemente, come fai di solito, abbracciando il cuscino come se stessi abbracciato stretto stretto a me.
ti guardo da quaggiù, dal pavimento mentre scrivo queste righe sentendoti respirare piano, con calma.
il fruscio delle gambe sulle lenzuola mentre ti giri o ti sposti, poi ti svegli ti giri verso di me e mi dici "Amore" ed io sorrido e ti accarezzo leggermente toccandoti quasi con la punta delle dita. mi avvicino e mi sdraio accanto a te, mi racconti cosa hai sognato, di mio padre che non voleva portarti l'insalata e di te che mangiav insieme a mia madre e mi chiedi se voglio mangiare con voi.
rido, e mi innamoro sempre di più di questo ragazzo.
l'estate sta per finire, le vacanze terminano, ma questa non finisce ancora, non finisce più, e non voglio che finisca..

22 settembre 2007

lagna day

non so perchè, ma la mia filosofia di vita consiste nel piangere.
far sudare gli occhi, inondare stile alice in wonderland, allagare qualsiasi cosa stia nelle vicinanze.
piangere, piangere e piangere.
farlo per tutto quello che ti capita.
per quando litighi o discuti, per quando ti va male una cosa, perchè sei troppo bambina e non ti va di crescere, ma soprattutto per quando riafiorano tristi pensieri riguardanti il passato.
tu piangi, fallo sempre.
non lo vuoi fare? credi che sia un idiota?
vabbe...

15 settembre 2007

Paraparabaparabaraparabapà

è un mito...


14 settembre 2007


un po di vanità, come insegna la cara marta....

mi sto preparandoper andare ad un festino dark a mUogoro!!! peccato non beccare i colleghi caterino e b0dom!!!

11 settembre 2007

Cogito...

...ergo sum.
penso dunque sono, diceva il caro buon vecchio jhon cartesio.
intendeva dire che noi siamo esseri in quanto pensiamo.
siamo un miscuglio di ritornelli che ci girano in testa.
la nostra vita è controllata ed allo stesso tempo composta da mille pensierini (come quelli che facevamo alle elementari) che girano insieme ai neuroni (pochi) della nostra testa e che determinano, quindi, il carattere di una persona.
pensieri positivi persona allegra, pensieri negativi darkizzazione alla robert smith in corso.
mi stava capitando di pensare, prima.
pensieri negativi, tanto per sorridere alla vita, eh.
lacrime amare per il mondo, e mi sembra di tornare in seconda media, quando ero triste, quando ero piccolissima (ora son piccola non piccolissima, ed è sempre la scusa che uso per privarmi un po' delle responsabilità) e pensavo che la mia vita era una scala a chiocciola verso il basso, e il fondo era vicino. quando pensavo alla morte ogni giorno, quando vedevo la mia faccia e non la volevo vedere mai più.
erano pensieri, come sempre.
pensieri che affiorano nella mia mente, che affioravano e che affioreranno.
ed il bello è che era un post sensato, prima che cominciasse.
ma poi comincia, e si riempie di parole senza senso, di frasi senza senso, e il tutto non ha un senso. per gli altri.
per me ha sempre un senso, perchè riesco ad interpretarlo.
il pensare internamente è questo.
darsi mille frasi, spararle a casaccio e poi saperle riordnare senza guardarle, mettendo la A al posto 1 e la B al posto 2.
se questo ordine ti farà tornare la pace interiore allora tanto di guadagnato, se invece il tuo disordine interiore ti farà stare ancora più male allora non preoccuparti, sono le mesruazioni che alterano i sentimenti e che ti fanno essere triste e ti fanno piangere, non è nient'altro, tranquilla.

Ho trovato il mio futuro lavoro


non l'avevo mai visto in vita mia, ma ora che l'ho visto sono la persona più felice del mondo.
un centro di ricerca sociale in via dritta in oristano, per urlare a tutto another world is possible!
ho trovato il mio futuro lavoro!! ^_^

09 settembre 2007

Santa Bibi da Oristano

non cè la faccio a resistere.
è più forte di me, ma leggendo qui ho pensato che questo lo devo scrivere anche io, e subito.
non me ne voglia la carissima Alice (siamo sulla stessa lunghezza d'onda e lei è fantastica), ma devo fare un urlo liberatorio per liberarmi di una cosa che odio davvero. un odio che mi è stato forse un po' contagiato da Raffo, ma che non mi abbandona. lo sento mio.

ogni volta che una persona viene uccisa ed al tiggi fanno un'epopea della durata doppia di quella di tutte le serie di beautiful mi viene una rabbia dentro.
non sono cinica, non è che non rispetto la morte di quelle persone, anzi, mi dispiace per loro e per i familiari, ma dico:
a noi, che cazzo interessa delle persone che vengono ammazzate giornalmente?
cosa me ne puo' fregare del decesso di un tipo che non ho mai neanche visto in vita mia?
e tanto meno perchè farlo santo solo perchè è morto?

mi dovrò preparare quindi a diventare santa anche io, un giorno.

alla mia morte tutti piangeranno, e ormai in quell'anno annunceranno ogni singola morte al telegiornale.

"oggi ci lascia con amarezza Barbara P, è morta"

e qualcuno pinagerà, per me, qualcuno che neanche sa che faccia ho, piangerà, qualcuno come fa mia madre ora piangerà. e questo qualcuno avrà una figlia che come me ora manderà a fanculo la propria madre.

senza dimenticare le orde di vip (very important pirlas) per cui tutti piangono e per cui tua sorella dice "era come uno di casa"...
...
ma per favore..
basta.
Gigi Sabani non era uno di casa, era un coglione qualsiasi.
Luciano Pavarotti non era il lirico migliore al mondo, era un ciccione pieno di soldi.
Barbara Piroddi (io) non è una stronza, dice solo la verità, e la verità è che cè troppa ipocrisia, troppa.

08 settembre 2007

la scienza atea è una minaccia all'umanità

la scienza atea è una minaccia all'umanità

la scienza atea è una minaccia all'umanità

la scienza atea è una minaccia all'umanità

non mi stupirò mai di leggerla, perchè lo sono stata per troppo tempo. due minuti, più o meno.
si ok forse è poco, ma visto e considerato che chi ha partorito questa frase è mister ratzy allora sono giustificata.
non mi stupirò mai neanche di ripeterla, grazie al mio amico ctrl+v che mi permette di copiarla nel pc (di mia sorella) all'infinito. per lasciarla ai posteri, per ricordare ai presenti credenti e non che razza di ratzy siamo costretti a sopportare.
che poi sopportare. sai quanto me ne frega di un buffo ometto con la faccia da pervertito che ha un cappello a punta.
niente. unico problema è che lui è il capo dell'organizzazione mafiosa più grande al mondo: la Chiesa.
e con la Chiesa non intendo ogni singola persona che prega nel suo letto prima di andare a dormire, che ringrazia quella forza divina di avergli dato la vita, che è felice perchè sa che dopo questa vita cè una cosa stupenda e meravigliosa che lo aspetta. non intendo la fede, ma l'organizzazione mafiosa che si è costruita aggrappandosi alle gonne delle vecchie bigotte che vedono in Gesù l'unico loro Re e in Dio l'unico loro imperatore.
che poi io questa storia della divisione dei beni di Dio non l'ho mica capita.
Gesù è il re dei cieli, ma di Dio imperatore dei cieli dei cieli non ho mai sentito nulla.
insomma da chi ha ereditato il cielo Gesù Cristo? nell'antico testamento non si parla di beni catastali o beni immobili (o semi mobili che fanno comunque parte degli immobili) che Gesù avrebbe ereditato alla sua morte, cioè ai 33 anni suonati (l'età media era bassissima in quel tempo, quindi era gi anziano a quall'età anche se lo vogliono dipingere ragazzino con la faccia tirata che neanche un lifting può fare). che poi dire "avrebbe ereditato alla sua morte" suona troppo male. è il contrario, ma si sa, Gesù non era un tipo convenzionale, se non non sarebbe andato a parlare con i vecchi saggi da ragazzino, invece di sollevare le gonne delle amichette con i compagnetti di gioco.
nessun bene comunque. nessuna eredità pagata ai notai.
ai notai terreni, almeno. a quelli dei cieli non si sa, aspetteranno la morte per saperlo.
gli altri, io no. perchè per me dopo la morte non cè nulla.
mi immagino il vuoto, un buco nero senza le cose negative dei buchi neri, tipo, che ne so, la pressione talmente alta da sgretolarti e il vedere con i tuoi occhi gli efetti della relatività. un grosso spazio nero dove fluttuo per l'eternità annoiandomi a morte. il niente, appunto. quello che ci sarà quando il mio cuore smetterà di battere per sempre. quando la scienza medica avrà approvato la mia morte, e quando una suora scriverà su un foglietto svolazzante l'ora del decesso.
già quando la scienza lo appurerà.
ma da quel che dice il simpaticone giosef la scienza atea è una minaccia all'umanità.
se non sbaglio forse la maggior parte degli scenziati dell'umanità erano atei, o comunque avevano una loro visione della religione, o semplicemente non credevano in Dio e bibbie varie.
la scienza ha sempre operato senza morale cristiana, senza etica. forse morale ed etica coesistevano sempre, ma non erano di stampo cristiano, sicuramente.
è sempre stato cosi.
la scienza è sempre stata atea.
e ora mi vieni a dire che è una minaccia per l'umanità?
allora mi devo preparare alla morte.
cosa mi metto per fluttuare nel niente? qualcosa di bianco, se no stono col nero circostante.

07 settembre 2007

Tranquillità in Corso.. Non disturbate

c'era la possibilità che andasse a roma, a lavorare. e a roma sarebbe stato diverso, un bel po diverso, ma non è li, ora è sicuro cagliari, ed io metà delle mie preoccupazioni da sciocca quindicenne le ho eliminate. per fortuna. ora sono serena, e ho caldo, molto caldo, non so perchè.
sono felice e posso respirare.

poi chiamate e chiamate e "chi sei?" non ti riconosco, ma non voglio che ti offendi, ti voglio bene :)
poi frasi bellissime "appena torno ti abbraccio forte forte", e chi se lo immaginava? io no di certo.
ma sono felice.

felicissima, ed è quello l'importante.

06 settembre 2007

Settembre Oristanese

davanti alla mia finestra ormai priva di tende (già preparate per essere trasferite a cagliari con un anticipo di una o due settimane) passano molte persone.
molte signore con vestiti fescion e abbastanza accattivanti a simile a quello che ha mia madre ora che è a fianco a me e mi tuona con frasi del cazzo circa la donna che davanti a noi tenta di rubare un frutto di melagrana dall'albero di signor Dolenz, che, pace all'anima sua, mi svegliava con una colorita dose di bestemmie.
ora è morto, posso svegliarmi tardi.
ma le donne continuano a rubare melagrane (o termina con la i? non ne ho idea visto che mi fanno veramente schifo), e mia madre continua a dire -cee guardala ma cosa se ne farà- e farsi i cazzi delle altre persone. avrà i suoi buoni motivi.
e ripenso a quando ho tolto quelle benedette tende. perchè l'ho fatto?
oppure a quando non ho chiuso a chiave la porta per evitare che mamma e sorella vengano qui a spiare i vicini, guardare le mie foto da piccola, sbirciare nel mio messenger e dire qualche banalità fuori luogo.
non riesco neanche a fare pipì decentemente perchè mi fa male l'apparato, forse sto perdendo il mio bambino e stanno arrivando gli ospiti comunisti.
e che palle.
o forse la mia acidità giornaliera è alta, molto più alta del tasso di umidità della mia ridente cittadina.
e contagio tutti, e urlo tutti.
per non parlare della fame. fame. fame.
settembre è un mese di piatta, e la piatta mi stordisce, mi annienta, mi conduce alla morte, come morta era quella blatta che ho trovato dietro la porta, mentre stavo spazzando per terra. -la devono aver portata dentro i gatti dopo che l'hanno ammazzata- bene, non sai quanto mi fa piacere! e alcol e disinfettante.
settembre è piatto nonostante il settembre oristanese, miticissima rassegna di festosi eventi che rende felice la vita dell'oristanese medio. sti cazzi, una messa al rimedio non è esattamente ciò che mi serve.
settembre è piatto, perchè da quel che ricordo dell'adolescenza il settembre non usciva mai nessuno.
era il periodo vuoto fra torregrande e la piazza in cui nessuno si faceva più vivo.
dove erano tutti? rimanevano a casa? o forse si usciva da qualche altra parte a noi ignota?
non l'ho mai capito.
e ora è settembre ed è tutto piatto.
oggi sarebbe stato più movimentato, ma non lo è. sono qui, ad oristano. ed è piatto, è settembre.

04 settembre 2007

Post- Post (post non pervenuto, o quasi)

Sono uscita, avete sentito la mia mancanza, poi sono rientrata alle 3 e mi sono svegliata alle 7 per andare a cagliari con sonia.

li ho visto la mia futira casa cagliaritana con vista mare in lontananza, guardato la tv, sbirciato nelle altre camere, spostato i mobili, fatto la doccia, aspettato 5 ore e qualcosa, fatto vedere la casa a riccardo, ecc ecc, andare a casa di riccardo, dormire in un letto in modo alquanto scomodo, mangiato la pasta al forno della madre suer buona, ecc ecc, svegliati, flauti, pranzo saluti e baci e poi treno, dove ho incontrato un ragazzo con cui chattavo l'anno scorso, che mi ha chiesto "ma tu sei bibi di chatoristano?" "si" mio dio... tornata a casa e già tuonata di rimproveri e rotture di cazzo, che in questo periodo mi stanno facendo un po' ansiare, e lo sono molto. fortuna che un po' di ansia l'ho buttata via insieme alle lacrime guardando le foto fatte in stazione, nella macchinetta che tra l'altro mi ha pure fottuto un euro...
e scusate, ma un po' d'ispirazione l'ho persa. al posto suo cè parecchia paura e parecchia nostalgia.
volevo scrivere di Milano, della città maledetta che mi ha soffocato per parecchio tempo, ma che ora mi manca.
eh si, sono una rottura di coglioni, ma mi manca molto.
mi manca aspettare due minuti che sembrano interminabili per la metro, la perfezione degli orari, le facce della gente che manco ti guarda mentre ti pasa davanti, che ti snobba, soprattutto gli extracomunitari, quelli ti guardano ancora più male. è per questo che un po' razzisti a milano lo si diventa. le facce grigie dei milanesi in duomo o in via montenapoleone, dove tutti hanno di rigore una busta-borsa gucci, chanel, o armani mentre io avevo la mia borsa di scuola, con i quaderni di sociologia e di lingue e il vaio dentro, mentre ascoltavo "milano non è la verità" degli afterhours, che mi ha fatto anche un po' odiare quella città.
ma non era solo per quello, anzi.
comunque mi manca lo stesso.
salire le scale di sesto marelli e ritrovarsi al freddo, quando a casa faceva caldissimo. escursioni termiche mostruose, pioggia incessante, pullman, esselunga, il portone, signor molinaro, il profumo forte di cioccolata della zaini davanti a casa, viale.... via... via imbonati 60, che neanche ricordavo più, la mia mezza stanzetta che era uno sgabuzzino, uscire dalla metro e vedere il duomo, bellissimo, imponente, enorme, e li sorridevo e dicevo "che bello essere qui"
ma mi piaceva ancora di più quando facevo shopping da zara ed h&m, quando facevamo le cene con davy che mangiava il pecorino con il miele e ci faceva le ricette strane, quando c'era pitt e chicca era più felice, quando chicca passava un esame, quando guardavamo un film insieme, quando eravamo sole e pulivamo tutto, quando ci facevamo la camomilla o il the con doc, le cazzate con il mio dino, uscire e andare in facoltà con il caldo e svegliarsi e non andare in facoltà per il troppo freddo, scroccare il pc a chicca e a dino nei week end, andare a bologna a respirare, stare a casa sola e guardare fuori dalla finestra, in fondo, come faceva heidi a francoforte, guardava in fondo per vedere se c'erano le sue montagne, cosi facevo io, ma tanto sapevo che non le avrei mai riviste.
ora mi affaccio e spero di vedere la coltre giallognola, ma non la vedo. mi piacerebbe rivederla entrare nella caotica milano prendere il 73 svoltare l'angolo di san babila e vedere di nuovo il duomo, li. bellissimo.
ma sono troppo sconcentrata per scrivere qualcosa, questi giorni a cagliari son stati pochi, beh in effetti era solo uno, ma i ricordi sno sempre tanti...


02 settembre 2007

Pre Post

Sono ispirata, nostalgica e ispirata.
e quando ho questi due stati d'animo devo postare per forza, anche se fra dieci minuti passa riccardo a prendermi ed io sono ancora in vestito, cerchietto e sudore aggiunto per via delle pulizia post-pranzo.
e devo prepararmi.
però ho appena letto un post, e ho sorriso drammaticamente.
ma ora vi lascio, continuerò dopo, forse stanotte.

01 settembre 2007

La delicatezza tragica del mondo

mi son ritrovata in quel di nurallao prima e in quel di laconi, poi.

un po' per caso, visto come ci siamo conosciuti, e anche con un po di riluttanza verso quei luoghi che non mi piacciono tanto.
sarà il mio rifiuto per la campagna e la mia indifferenza verso i posti verdi (oramai ho perso tutto il gusto nel vedere un bel paesaggio) che sono diventata un po' apatica, o forse sono gli altri ad esserlo troppo poco.
non so, eppure ieri mi son ritrovata li, inseguendo l'amore, ma anche con un po' di voglia di vedere l'entroterra della mia sardegna, di gustare la clorofilla delle verdi e rigorose piante, di camminare di sbieco per evitare di scivolare sulla terra, di fare salti e mezze scalate per via del terreno un po' a gradoni rozzi, di vedere le cascate, anche se secche, di ritornare, insomma, a quando ero piccola, quando mi divertivo a correre per le campagne, in discesa, con il pericolo di cadere e sfracellarmi il viso contro qualche pietra, e fare slaloon sulle carcasse di pecora, andare al ruscello e vedere i pesci, salire in alto fino alla punta della montagna (che più che montagna è una collina), raccogliere la menta e le more, arrampicarmi e dondolare negli alberi e poi guardare e guardare tutto quello che mi stava intorno.
riscoprire dei posti nascosti, come se stessero li apposta per me, per essere scoperti e usati come base segreta per chissà quale gioco. andare nel passaggio stretto fatto di piante ricurve e spinose per poi entrare in un piccolo recinto di canne dove al centro stava il grosso albero di noci.
era una sensazione piacevole, ed ogni volta non volevo mai andarmene.
da piccoli si è sempre più avventurosi e meno cittadini, poi, si cresce.
io son cresciuta, mi son chiusa, ho perso quel senso di piacere che mi provocava la vista di un tramondo o di una gocciolina di pioggia che piega una foglia e che poi cade nella terra nuda.
l'ho perso guardandomi ancora più attorno, sempre più attorno, scoprendo cose nuove, più grandi e difficili da comprendere, e anche più belle, forse.
le cose che ti fanno perdere il tuo vero io, quello che sei veramente, e che ti rendono anche un po' snob e testa di cazzo.
eppure non mi piace essere cosi. ma in parte lo sono.
mi stanco se faccio una salita, divento isterica se cammino su un sentiero di pietre, e mi annoio se ogni due secondi devo scavalcare qualcosa. mentre un tempo mi divertivo.
ho perso l'amore per queste cose, cosi come l'avevo perso per molte.
ma ora l'amore c'è in me, e le sto riscoprendo, forse. e ieri sarei voluta restare in quella cascata tutto il tempo.
non mi importava niente della festa, della gente, figuriamoci dei balli sardi.
volevo solo stare con lui.
solo che un velo di tristezza mi è giunto parlando di quello stesso mondo che mi ha allontanato dalla natura, quello per cui nutro interesse, voglia di appartenenza, nausea e paura tutto insieme.
parlando dell'entità che è più forte di qualsiasi cosa, che può allontanarci.
quel lui è la forza meschina e maligna che stà sopra di noi, a cui dobbiamo obbidire. l'equilibrium, il capo, il governo, il dittatore imlacabile e crudele a cui dobbiamo dar retta, se dobbiamo vivere.
non è la fine di tutto, ma è una cosa comunque triste.
e li sono stata in silenzio, lasciando che le parole scorressero dritte da lui a mia sorella, senza mie interferenze, mostrando una faccia schifata e triste, mentre il cuore si stringeva di più e piangeva, singhiozzando.
non è possibile che io provi amore e che quest'amore mi distrugga. mi continuavo a ripetere che non dovevo più amare, e nel mentre fuori dicevo "che schifo di mondo".
"ma è cosi", mi dicevano.
si, è cosi. ma a me rattrista troppo.