04 settembre 2007

Post- Post (post non pervenuto, o quasi)

Sono uscita, avete sentito la mia mancanza, poi sono rientrata alle 3 e mi sono svegliata alle 7 per andare a cagliari con sonia.

li ho visto la mia futira casa cagliaritana con vista mare in lontananza, guardato la tv, sbirciato nelle altre camere, spostato i mobili, fatto la doccia, aspettato 5 ore e qualcosa, fatto vedere la casa a riccardo, ecc ecc, andare a casa di riccardo, dormire in un letto in modo alquanto scomodo, mangiato la pasta al forno della madre suer buona, ecc ecc, svegliati, flauti, pranzo saluti e baci e poi treno, dove ho incontrato un ragazzo con cui chattavo l'anno scorso, che mi ha chiesto "ma tu sei bibi di chatoristano?" "si" mio dio... tornata a casa e già tuonata di rimproveri e rotture di cazzo, che in questo periodo mi stanno facendo un po' ansiare, e lo sono molto. fortuna che un po' di ansia l'ho buttata via insieme alle lacrime guardando le foto fatte in stazione, nella macchinetta che tra l'altro mi ha pure fottuto un euro...
e scusate, ma un po' d'ispirazione l'ho persa. al posto suo cè parecchia paura e parecchia nostalgia.
volevo scrivere di Milano, della città maledetta che mi ha soffocato per parecchio tempo, ma che ora mi manca.
eh si, sono una rottura di coglioni, ma mi manca molto.
mi manca aspettare due minuti che sembrano interminabili per la metro, la perfezione degli orari, le facce della gente che manco ti guarda mentre ti pasa davanti, che ti snobba, soprattutto gli extracomunitari, quelli ti guardano ancora più male. è per questo che un po' razzisti a milano lo si diventa. le facce grigie dei milanesi in duomo o in via montenapoleone, dove tutti hanno di rigore una busta-borsa gucci, chanel, o armani mentre io avevo la mia borsa di scuola, con i quaderni di sociologia e di lingue e il vaio dentro, mentre ascoltavo "milano non è la verità" degli afterhours, che mi ha fatto anche un po' odiare quella città.
ma non era solo per quello, anzi.
comunque mi manca lo stesso.
salire le scale di sesto marelli e ritrovarsi al freddo, quando a casa faceva caldissimo. escursioni termiche mostruose, pioggia incessante, pullman, esselunga, il portone, signor molinaro, il profumo forte di cioccolata della zaini davanti a casa, viale.... via... via imbonati 60, che neanche ricordavo più, la mia mezza stanzetta che era uno sgabuzzino, uscire dalla metro e vedere il duomo, bellissimo, imponente, enorme, e li sorridevo e dicevo "che bello essere qui"
ma mi piaceva ancora di più quando facevo shopping da zara ed h&m, quando facevamo le cene con davy che mangiava il pecorino con il miele e ci faceva le ricette strane, quando c'era pitt e chicca era più felice, quando chicca passava un esame, quando guardavamo un film insieme, quando eravamo sole e pulivamo tutto, quando ci facevamo la camomilla o il the con doc, le cazzate con il mio dino, uscire e andare in facoltà con il caldo e svegliarsi e non andare in facoltà per il troppo freddo, scroccare il pc a chicca e a dino nei week end, andare a bologna a respirare, stare a casa sola e guardare fuori dalla finestra, in fondo, come faceva heidi a francoforte, guardava in fondo per vedere se c'erano le sue montagne, cosi facevo io, ma tanto sapevo che non le avrei mai riviste.
ora mi affaccio e spero di vedere la coltre giallognola, ma non la vedo. mi piacerebbe rivederla entrare nella caotica milano prendere il 73 svoltare l'angolo di san babila e vedere di nuovo il duomo, li. bellissimo.
ma sono troppo sconcentrata per scrivere qualcosa, questi giorni a cagliari son stati pochi, beh in effetti era solo uno, ma i ricordi sno sempre tanti...


4 commenti:

Anonimo ha detto...

eeeh...i ricordi...ma ora c'è cagliari: sole, mare, vento, UMIDO, punti panoramici che ti tolgono il fiato, sorrisi estranei e nuova facoltà, ma soprattutto...soprattutto: ANORE ahuahuahauhauhauahuahauhauahuahau*******************

Stuva ha detto...

no aspè aspè.. e la tastiera?

Biby__ ha detto...

di ares!!!l'ha comprata a maggio!! ^___^

Anonimo ha detto...

Eh, Milano. ne ha di cose strane da dire e non dire. Hai colto perfettamente, comunque. Io ci ho vissuto sette anni...