28 maggio 2008

problemi di nazionalità

tralasciando le classificazioni che mi stanno mandando in abbestia in quest'ultimo periodo, o meglio dire, per saltar di palo in frasca ho uno squalo nella vasca, come ben ricordo dagli episodi elementaristici (nel senso che li ho avuti alle elementari non in modo elementare ergo semplicistico), parliamo d'altro.
o per meglio dire il tutto, tralasciamo, diamo una passata di spugna e ricominciamo da zero.
eh si caro lettore amante dle gf, la stessa passata di spugna che roberto "ilcummenda" (da scrivere rigorosamente tuttattaccato) ha dato nei confronti del suo modo di relazionarsi col gentilsesso.
e giù a sentire le urla della mia coinquilina nel mandarcelo o nel difenderCelo.
ma tralasciamo, tralasciamo tutto.
d'altronde (si scriverà così?) sono una dea indiscussa del tralasciare. solo quest'anno ho già tralasciato tre esami (odio diritto dopo aver passato anni della mia vita nella convinzione di diventare avvocatA), ho tralasciato la voglia di studiare, ho tralasciato la voglia di impegnarmi in molte cose.
ma come si fa ad essere diligenti in tutto come certi colleghi sfigati che passano la propria vita in facoltà?
come si fà? (per fare rima accentata)
come si può mettersi a dieta quando ci sono le cose più buone da mangiare, come si può studiare per sei settimane una cosa sapendo che dopo due giorni la dimenticherai, perchè non prendere tutto con facilità, perchè non deidicarsi in modo piacevole alla vita (magari guardando un reality sciov a scelta dello studente da 9 crediti) senza troppi cazzi per la testa.
non ho voglia, non ho voglia di fare nulla, e me ne vanto.
non sarò forse troppo poco stakanovista? d'altronde sono italiana.

27 maggio 2008

gli Altri.

c'è una classificazione nel cuore degli italiani gggiovani che si apprestano a frequentare i banchi universitari.
òa classificazione che divide i diversi gruppi di studenti.
sinceramente accetto diverse categoria divise per quantità di studio, quantità di voglia di andare a lezione (importante la variabile salita di viale fra igny), quindi vita universitaria, voti degli esami e posto in cui si siedono a lezione.
per non parlare del "perchè mi iscrivo ad un determinato corso di studi?" sul quale potrei stare qui a parlare ore ed ore, ma il tempo che la biblioteca di scienze politiche che mi concede è breve e devo stringere alquanto.
ci sono diversi tipi di persone: ci sono quelli che non studiano un cazzo e che frequentano leggendosi "un po gli appunti" e prendono voti non inferiori al 28, ci sono gli sfigati come me che pur frequentando e studiando non prendono voti sopra il 25 (tranne il pre esame di micro economia) e quelli che vanno per inerzia non frequentando e rasentando la sufficienza anche se potrebbero fare molto di più come dicevano sempre le imsegnanti a me, persona che non ha voglia di fare di più.
tre categorie degne di weber, diciamo, per non parlare di kant, il quale mi fa sempre illuminare gli occhi (sogno o son desta, sono cogliona o deficiente?), che rientrano perfettamente nello scenario della mia prestigiosissima facoltà, dove trovi tutte le persone possibili, a partire dal fanatico punkabbestia che ha i suoi ideali ed è contento cosi come è, lo sfigato trentenne, la futira giornalista apparisciente e la sfigata solitudinaria, ovvero me stessa, che non vuole appartenere alla massa, agli altri.
(notare l'influenza di lost).

15 maggio 2008

indovinello:

di cosa parlano alcune ragazze dalla dubbia personalità chiuse in cucina?

risposta:
io non la so, mi rifiuto di partecipare a certi teatrini.

bisogni primari

ho bisogno di andare a bologna
di respirare ancora quell'aria, di sentirmi bene, di vivere il centro, di sedermi nei portici a vedere le mille inserzioni per le case.
di vivere quell'aria universitaria che mi sono lasciata sfuggire.

05 maggio 2008

Quando...

quando ero piccola tendevo a manifestare meglio i miei sentimenti.
una volta ero in cimitero con la mia famiglia, per salutare mia nonna paterna.
camminando verso la sua lapide osservavo le altre tombe che nel cimitero di Oristano sono pure tante.
non mi spaventavano, ero abituata ad andare in quel posto, ci andavo spesso con mamma papà e sorella e girovagavo in mezzo a tutte quelle persone morte richiuse dentro mura sottili. ero lontana al massimo un metro da loro, ma non mi spaventava quell'idea.
una di loro però mi metteva terrore, o meglio tristezza, che è ben diverso, ma da piccola molti sentimenti si confondono e uno prende il posto dell'altro. davanti ai miei occhi si presentava una specie di montagnetta nera fatta di pietre ammassate, ma con una specie di catenella davanti, il che poteva significare che apparteneva ad un uomo che molto tempo fa era importante, o quasi.
non potevo restare indifferente a quell'ammasso di pietre o di non so cosa, e neanche ora sono indifferente anche se ormai non frequento più vecchi parenti che ci hanno lasciati per qualcosa di più spirituale, e una volta ho preso un fiore da terra e l'ho posato sopra quella stessa tomba che era spoglia e scura, troppo abbandonata e troppo triste, ancora più della morte stessa. l'ho fatto perchè "era triste vedere che quella persona non aveva neanche un fiore" come dissi a mio padre, e lui rispose che era un gesto bellissimo e che ero stata brava.
sono esattamente così anche oggi, tendo a preoccuparmi troppo delle persone che spesso neanche conosco, tendo a fidarmi ciecamente di ognuno e odio vedere la gelosia negli occhi degli altri.
è il tradimento e la delusione è spesso il prezzo da pagare per essere così come sono io, per fidarsi, per essere sempre amici verso tutti, per non essere falsi.
un prezzo troppo alto perché ci sono troppe persone del cazzo qui.