27 maggio 2008

gli Altri.

c'è una classificazione nel cuore degli italiani gggiovani che si apprestano a frequentare i banchi universitari.
òa classificazione che divide i diversi gruppi di studenti.
sinceramente accetto diverse categoria divise per quantità di studio, quantità di voglia di andare a lezione (importante la variabile salita di viale fra igny), quindi vita universitaria, voti degli esami e posto in cui si siedono a lezione.
per non parlare del "perchè mi iscrivo ad un determinato corso di studi?" sul quale potrei stare qui a parlare ore ed ore, ma il tempo che la biblioteca di scienze politiche che mi concede è breve e devo stringere alquanto.
ci sono diversi tipi di persone: ci sono quelli che non studiano un cazzo e che frequentano leggendosi "un po gli appunti" e prendono voti non inferiori al 28, ci sono gli sfigati come me che pur frequentando e studiando non prendono voti sopra il 25 (tranne il pre esame di micro economia) e quelli che vanno per inerzia non frequentando e rasentando la sufficienza anche se potrebbero fare molto di più come dicevano sempre le imsegnanti a me, persona che non ha voglia di fare di più.
tre categorie degne di weber, diciamo, per non parlare di kant, il quale mi fa sempre illuminare gli occhi (sogno o son desta, sono cogliona o deficiente?), che rientrano perfettamente nello scenario della mia prestigiosissima facoltà, dove trovi tutte le persone possibili, a partire dal fanatico punkabbestia che ha i suoi ideali ed è contento cosi come è, lo sfigato trentenne, la futira giornalista apparisciente e la sfigata solitudinaria, ovvero me stessa, che non vuole appartenere alla massa, agli altri.
(notare l'influenza di lost).

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