26 ottobre 2008

Ciò che non è Sarè...

più tardi pensavo ai test di gravidanza.
più tardi alla vita, e ancora più tardi al fatto che fosse ora di fare una doccia.
e al presente quando ci si pensa?
siamo ossessionati in questo pezzo di libertà chiamata vita dal dopo, dal poi, che ci dimentichiamo l'adesso, che poi è il momento in cui siamo, in cui viviamo. il momento in cui l'essere si esprime maggiormente, in cui stiamo quello che maggiormente ci deve preoccupare.
invece veniamo al mondo, giochiamo, ci facciamo in quattro per riuscire a camminare e parlare, per riuscire a scrivere, per studiare.
per avere un posto nel mondo. no, non si impara più.
si studia per essere qualcuno. non siamo qualcuno che studia ma siamo studenti qualunque, che sognano una scrivania ed un computer possibilmente piatto, ed una connessione a lavoro per dare il peggio di noi, perchè il meglio lo si è già dato prima, e non possiamo darlo sempre.
si studia per avere un lavoro, si lavora per avere una pensione futura.
quando arriviamo poi ad essere anziani ci godiamo il piccolo spazio di vita che ci rimane, non potendo più essere se stessi.
perchè ci si ammala, perchè si perde la memoria, perchè non si riesce a camminare.
siamo animali, esseri umani animali. deriviamo da animali.
siamo quì per il fine riproduttivo, ma il nostro fine è cambiato.
siamo quì per essere, per apparire, per sfoggiare.
la laurea a yale, il dottorato ad oxford, la multinazionale, la facoltà di ingegneria.
e i poveri piccoli studenti che toccano il cielo con un dito quando passano un esame non hanno ancora capito che la dimensione su cui viviamo è completamente sbagliata. è un altra, è quella del "assurdo" della cara Alice.
del mondo che non è e che non c'è.
viviamo in un mondo che non c'è? o siamo noi che non ci siamo?
cosi, tanto per lasciarvi una domanda al curry(carrie).

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