08 luglio 2007

La verità dei Gatti

stare a casa è la cosa che riesce meglio.
rimanere seduta nella sedia a rotelle, farla dondolare ascoltando un buon album.

no, niente whiskey.
non sono di certo un ricco imprenditore nel suo doppiopetto nero e ben stirato, a fianco al suo tavolo da biliardo, mentre regge il suo bicchiere nel suo ufficio. che più che un ufficio sembra una lussuosa suite di un cinque stelle.

pantaloncini e maglietta. da indossare solamente in casa. no, fuori no, mai.
vestirsi implica troppo tempo. oppure troppo poco, dipende dai casi.
un paio di jeans, una maglietta meno consumata e le scarpe da ginnastica.

fuori è notte, o meglio, sera tarda.
dieci e mezza, quasi.
due passi e il distributore è li. il bisogno di nicotina mi fa fare questo.
un giro nella mia città, in quello che sono, nello specchio del mio essere più profondo.

cosi incontro due gatti.
adoro i gatti, mi fanno impazzire.
mi piace troppo la loro coda che si raddrizza e che si struscia nelle mie gambe, quando sono felici delle coccole.
o il modo in cui mi abbandonano, mi girano la faccia tutto ad un tratto, quando meno me lo aspetto.

e un gatto dei due mi si avvicina, e mi dice qualcosa, una cosa che non capisco.
cosi un po shockata e un po rincoglionita, mentre la nicotina circola gia nelle vene, rispondo: "puoi ripetere?"
e lui ripete: "offrimi una sigaretta, stronza."
"ok".

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