31 maggio 2007

back to oristano

Ritornare a casa, fari sei ore di viaggio in tutto, mentire al telefono con la mamma dicendogli "ma ti lascio, sto entrando in metro", e invece prendere la 73 che da San Babila ti porta a Linate, verso quel luogo che rappresenta molte cose per mlte persone.
puo dare una felicità assurda per chi magari prende l'aereo per andare in vacanza.
puo dare un sentimento di vuoto, per chi lascia casa anche solo per un periodo.
puo dare felicità o tristezza a chi stà andando a prendere qualcuno o qualcosa in arrivo su in aereo.
a me oggi ha dato un sentimento inaspettato.
o forse lo era. non lo so, ma mentre guardavo piazza cinque giornate scorrere via dalla finestra dell'autobus mi assaliva un po di angoscia.
la stavo lasciando.
ma mi ripromettevo di ritornare.
sarei venuta, nuovamente. qui, in questo caos totale.
qui, ormai non posso dire piu qui, devo dire li.
ed ora nella mia comunissima e adolescente stanza di sempre, con il poster dei ramones, la bandiera della pace, le tende opache a righe, il poster vecchio ma indistruttibile degli articolo, i cure e i blink, e tutte le cose che mi hanno fatto crescere.
tornare e fare i piatti, lavare le pentole che tua madre ha usato per cucinarti il cibo che hai mangiato per vent'anni.
tornare convinta di fare una sorpresa ai tuoi e invece aspettarli seduta nel marciapiede, perchè non sono in casa, e tu non hai le chiavi.
vederli e sentirli a cinquanta metri di distanza, dopo che li hai aspettati mezz'ora, preoccupata perchè non sapevi dove erano.
vederli, sempre più mamma e papà.
lei che ti viene incontro e dice "perchè non me l'hai detto, dammi un bacio", che si trasformano in 4.
io che rimango distaccata, fredda, come sempre.
lui che mi bacia, freddo come me.
lui che lo vedo sempre più giu, chissà forse anche per colpa mia.
lui che lo vedo sempre piu stanco, senza vita, senza voglia, sempre piu vecchio.
e la mia paura sale.
la mia paura grande di non vederli piu, di svegliarmi un giorno senza di loro. di conoscere il dolore piu grande per una persona come me.
è una paura che porto sempre dentro, che mi fa piangere la notte, che mi preoccupa, e soprattutto che distorce la mia vita.
è per quello che voglio andar via lontano.
staccare ogni rapporto interpersonale.
non definitivamente.
staccarlo, rendendolo piu debole
in modo da avvertire meno il dolore.
è sbagliato, forse, ingiusto e soprattutto egoistico e degno di una persona dell'asilo.
ma si sà, siamo tutti dei bambini dentro.
non vogliamo crescere.
ed io vorrei tornare tanto ai 10 anni.
dove tutto era piu semplice.
dove non avevo responsabilità.
perchè son quelle che pesano nella vita, loro che mi mettono paura.

ma l'importante è essere qui ora.
a casa, o almeno nella mia casa d'infanzia.
tornare e subito essere presi di mira con la frase "sei ingrassata"
NO, non lo sono! cavolo, NO!!!!
e cosi ripiego sugli animali.
il cane lo liscio proprio, non mi sta tanto simpatico.
vado subito si cheshire. no, dimagrito, il mio amore siamese, tesoro bellissimo.
e poi i nuovi, il piccolo cheshire siamese e gli altri nati prima che partissi.
almeno loro ci sono e portano una ventata di dolcezza.
domani prendo cheshire e lo coccolo per bene.

3 commenti:

abejandrea ha detto...

bibi ma quanto hai scritto...? io adoro satre a casa... acnhe se non te ne frega... adorooooooooo =* welcome back Bibi!

Biby__ ha detto...

auhau ghei ma forse non hai visto quanto scrivi tu!!!!
e per quello che non leggo mai il tuo blog uhauahu
anche a me piace stare a casa andre, ma è diverso ora :)

Idero ha detto...

Solo una cosa... bentornata!!!