25 settembre 2008

2001 Gossip nello spazio

Io e l’amico Foglio elettronico stiamo cosi bene insieme dentro alla mela che abbiamo deciso di scrivere pure di tecnologia, quella cosa che dopo il liceo, denominato appunto Scientifico Tecnologico, ho abbandonato.
Non che di tecnologico ci fosse molto in quello che studiavamo, però almeno il nome era importante.
Mi è stato detto, comunque, ieri, che al Cern di Ginevra (che io conosco solo tramite Amore, Amico di Amore e Dan Brown) è stato fatto un esperimento fisico, quello di far collidere due protoni, che come potrete ben sapere (e se non lo sapete tranquilli che ve lo spiega l’emerita scienziata qui presente) è una delle particelle dell’atomo, esattamente quelle col segno + che sono dentro il nucleo, mentre gli elettroni sono quelli – che ruotano nelle orbite attorno (e il mio prof di chimica mi odiava, tsk.).
Alchè mi sono domandata dalla mia altezza cervellotica e dalla mia grande sapienza “ma perché spendere 30 anni della propria vita a cercare di far collidere due particelle cosi inutili che non solo sono minuscole, ma proprio non si sentono neanche mai in giro, cioè ma chi sono sti protoni?”. Domanda legittima per una che come me ha sempre sentito parlare di Elettroni e solo Elettroni. Gli elettroni vengono sparati nei tubi catodici, sono usati per far funzionare la tv, producono energia, sono quelli messi tra i catodi di quell’affare di cui neanche ricordo il nome. Essendo, inoltre, dotata di più lauree in fisica honoris causa, posso permettermi di domandarmi quale delle due particelle sia più importante.
Certo gli elettroni come dicevo prima sono più usati e più cagati degli altri, ma è anche vero che se gli elettroni sono – (meno), invece i protoni sono + (più), cioè sono i meglio, il più è chiaramente un simbolo di figheggio, manco a confronto con il meno. Oppure è solamente un segno di equilibiro, come dire, vabbe protoni non servite ad un cazzo, ma vi diamo il più cosi non esplodete e state buoni, anche perché l’esplosione atomica sappiamo tutti che fa. I protoni si incazzano e ci fanno crescere il terzo occhio, quindi per accontentarli gli diamo il più.
È quindi solamente una carezza, un contentino, un lecca lecca senza dolcificante dato dopo una visita dal dentista, un niente, confronto alla forte personalità dell’elettrone, che anche a leggerlo cosi fa un certo effetto, eh, mica come il protone, che ha un nome più scialbo e triste, Elettrone è proprio elettrico felice, allegro, e vai con l’elettrone yeah.
Per non parlare poi di quei neutroni che sono proprio inutili, che non servono a nulla se non a diversificare diversi tipi di uno stesso elemento, se ricordo bene, come le diverse qualità di angurie, si sono diverse, ma sempre angurie restano, se non piacciono in una maniera non piacciono neanche nell’altra.
Ma se ci sono (come i baffetti minuscoli nelle donne) serviranno pure a qualcosa, no? E allora lasciamo fare ai bimbi tutti gli esperimenti che vogliono, lasciamoli giocare. Dio voleva questo, e vuole questo dall’uomo. Ha fatto un casino con la creazione, atomi tre micro particelle, un casino di elementi, chimica, fisica, matematica, piante, la mela, e proprio “grazie ad una mela siamo entrati nella storia”.
Un po’ di gossip in fisica non fa di certo male.
Dopo aver visto quel fantastico programma che è Mattino 5 ho potuto ammirare quella fantastica e santa donna, la D’Urso, che parlava tutta l’ora di gossip, e ho potuto notare che ormai tutto fa gossip, anche una mamma che aspetta il suo bambino (a proposito, Antonella Clerici è incinta!!! Chissà il figlio come farà con una mamma anziana!) fa gossip, e allora perché non lo potrebbero fare anche due particelle cosi insignificanti? Perché no?

07 settembre 2008

Noi simm ù coro ù coro du film!

Come tralasciare un altro esilarante lungometraggio.
questa volta vi propongo uno spezzone de "il pap'occhio2 di renzo arbore. no è un mito anche questo.
e non temete il mio blog non sta diventando un contenitore di video di youtube, ma questi erano da mostrare al pubblico.
non correrè papà, la mamma è morta già sull'autostrà.

06 settembre 2008

Ogni cosa ogni uno non si puo muovere che.. questo e quell...

è un mito... no guardatelo perchè è un mito. eh.. OH guardatelo che fa ridere. tsk.
per chi non capisse: è la storia di due tipi (troisi e benigni) che finiscono nel 1492 e che decidono di scrivere una lettera a savonarola per chiedere la libertà del loro amico Vitellozzo...

05 settembre 2008

è tempo di relax...

è tempo di suntory.

Tempo ciclico e tempo rettilineo.
Visione Cristiana e Nietzsche a confronto.
Si ripete tutto, come molti sostengono, oppure è un continuo e nuovo rinnovamento della storia, con avvenimenti nuovi, guerre nuove, nuovi personaggi.
nuova storia, o ripetizione.
e, se è nuovo, quando tutto questo è cominciato, o peggio, se è una ripetizione, quando tutto questo comincia e finisce e poi ricomincia?
quali sono i capi, se vi sono?
oppure si ripete in modo disordinato e casuale.
tipo una guerra del 400 è uguale a quella di oggi, ma era uguale anche duemila anni fa.
una ripetizione casuale o fissa?
dobbiamo rivivere il medioevo con le streghe e la chiusura mentale? magari con altri esseri viventi, perchè l'uomo si sarà estinto come a suo tempo fu successo al dinosauro.
anche i sentimenti, in una semplice vita, sono sempre gli stessi, crescono dentro di noi e fanno parte di noi aggiungendosi e sommandosi agli altri, o sono gli stessi che riviviamo in situazioni diverse e in contesti diversi ma con stessi presupposti?
cosa ci avvicina ad una persona con il doppio dei nostri anni, se non i sentimenti, quello che proviamo.
non di certo "gli stili di vita degli anni 50" oppure "i film che facevi negli anni 70".
non è la coorte che ci avvicina, o meglio, quando non sussiste una coorte, un nesso generazionale fra due persone, allora sussistono i sentimenti, uguali, provati nello stesso istante, che creano un armonia fra di loro, abbracciandoli e facendoli avvicinare.
un abbraccio che si perde nel tempo e nello spazio, che si perde nella traduzione di una lingua lontana e morta, ma che persiste costantemente nella vita di ogni individuo.
una lingua fatta di gesti, di comprensioni, di sguardi. una lingua innata del genere umano, che al posto delle lettere ha delle emozioni, che si possono provare insieme.
una traduzione fatta male e persa per strada, come un qualunque scontrino del pessimo pranzo al sushi bar, su una strada qualunque di Tokyo, fra quelle strade uguali geometricamente, e diverse cromaticamente, con luci, neon e fari che abbagliano e che stordiscono psicologicamente per via delle pubblicità che lampeggiano sopra.
Ci si perde tranquillamente nella traduzione dei sentimenti, soprattutto se ci si trova spaesati in un paese lontano, in solitudine e paranoia, nell'insonnia di ogni notte passata a riflettere sulla propria vita.
ci si perde molto facilmente, ma non loro, non loro che sono riusciti a trovarsi, a leggersi negli occhi, ad intendersi, a capirsi.
non bob e charlotte che hanno tradotto bene, che riescono a cogliere i momenti, a restare uniti nei silenzi imbarazzanti, ad abbracciarsi in quella armonia dei movimenti e dei sentimenti, cercando di avvicinarsi l'un l'altra, chi con una maglietta al contrario e chi con un po di gelosia e un po di comprensione, ed un bellissimo sorriso e un viso che fa da cornice alle serate di karaoke e videogiochi.
un avvicinamento lento e graduale, risate, champagne, fotografie e rosso borgogna.
oppure ci si perde nella traduzione di un attimo della propria vita, nel momento in cui ci si trova persi in vicolo cieco, in un amore e un matrimonio che non si ritrova più. il momento in cui vedi tutto dall'alto e ti accorgi che non sei più tu, che non ti assomigli, che stai varcando un altro territorio. quella traduzione che viene persa, in cui non si sa più andare avanti, e solo in quel momento trovi chi, come te, vive quello stesso blocco, quella perdita di testa e di tutto il resto.
Ti senti impaurito e solo, annoiato e non ritrovi te stesso nelle persone in cui prima ti specchiavi.
ci si ritrova insieme nella perdita, come un grande controsenso in cui sapersi, per la prima volta dopo tempo, muovere, in cui si riesce a dormire nuovamente, in cui tutti i problemi vengono scacciati dall'incontro casuale che ti fa di nuovo ridere, che ti riporta indietro, che ti fa rivivere in modo circolare ciò che avevi già vissuto. accantonare i problemi grazie all'altra persona e grazie alla città nuova, diversa, un ricominciare, sbocciare insieme, e riprovarci.
ma finisce inesorabilmente, quel foglio tradotto viene bruciato dal tempo stesso, dalla vita precedente, viene schiacciato quel periodo di rinascita, e devi prendere il taxi e poi l'aereo per tornare alla classica esistenza che ti rilancerà nell'insonnia.
un'altra perdita, fissata con un bacio, fissata con un abbraccio, che segna la fine e l'inizio di qualcosa di nuovo, che pretende di irrompere nel classico e stravolgerlo.
un patto di unione, una rinascita che fa forse rinascere quello che precedentemente era morto.
due persone che completano la loro angoscia, per rigettarla sulle loro storie d'amore staccate, un interludio che gli permette di ritrovarsi, di ritrovare quel foglio che avevano smarrito, che stavano traducendo e che non riuscivano ad interpretare.
ci sono riusciti, e ora continuano a scrivere le loro vite.