31 luglio 2007

perchè...

non ci riesco.
non capisco perchè.
a casa ci provo, e non ci riesco. anche quando non sono a casa, ci provo, e non ci riesco.
e perchè mai?
non funziono?
sono malata?
solo in un modo cè la faccio, ma secondo me è sbagliato. io son sbagliata. io ho troppe paranoie.
che palle

:*

29 luglio 2007

tagliategli la testa!!!!

rientravo a casa.
una settimana stancante, e un sabato adeguatamente distruttivo.
non molto, ma il tanto di farti dire "basta, voglio un letto"

e cosi mi dirigevo verso quella che amo chiamare casa mia, con un tetto, quattro mura due balconi un po di stanze e quat'altro.
svolto l'angolo e lo vedo li, davanti a me, disteso.

un batuffolino grigio e magro, affiancato da una pozza di sangue più grande di lui.
"non è lui, non può"
e invece si.
non potevo andare a controllare, sarebbe stato troppo macabro, ma so che era lui.
ho avuto la conferma questa mattina, quando nel dormiveglia delle dieci e mezzo ho sentito le parole chiave "gatto - macchina - schiacciato - nostro".

era piccolino, sempre malaticcio, nato da Polly circa ad aprile, quando ero qui per le vacanze di Pasqua, credo. il gattino grigio fumo che aveva sempre gli occhi appiccicati, il muco che gli colava perennemente dal naso e ripetutamente starnutativo.
e il più delle volte dalla pena che mi faceva dovevo pulirgli il naso io.
mi dispiaceva troppo lasciarlo cosi.

"che dolce" mi hanno detto per questo gesto.

si, dolce.
abbastanza dolce da avere istinti omicidi verso quei bastardi che hanno messo sotto quel povero esserino.
lui e gli altri 3 gatti morti spiaccicati, per non parlare di un cane, grande quanto una casa, anche lui, spiaccicato.
bastardi.

la prossima volta vengo io con un trattore grande quanto un condominio delle case popolari di Bologna e col le ruote grandi quanto una quercia secolare a schiacciarvi senza ritegno e senza alcun buon senso.

voglio vedere poi chi è il poverino.

27 luglio 2007

aggiornamenti (visto che doc mi ha detto che non posto più)

il fatto è che sono bruciata e che la mia pelle cambia colore tutto d'un botto.
in un colore che non mi piace per niente. sul rosso fuoco, diciamo.
per non parlare dei dolori.
è un tour de force quello che sto facendo in questi giorni. mare tutto il giorno e di notte si esce.
una corsa contro i raggi uva che mi rincorrono senza tregua.
per fortuna che ci son le milanesi e che un pezzo del milano team si è riunito, ovvero io doc e dino, e domani tutti al mare insieme, come aperitivo per una reunion di classe stratosferica, che ci vuole davvero, mi ci vuole, per avere tranquillità, per tornare al passato, senza dimenticare i ricordi felici, ma vivendo comunque il presente.
ci mancano solo i prof alla cena, e sarebbe tutto perfetto, scottatura a parte ;)

26 luglio 2007

happy ma strana

non so se è questa la felicità. non mi sento divesa da come ero ventiquattro ore fa, eppure qualcosa è cambiata. una cosa che devo ancora assimilare e comprendere bene e che mi rende strana.
altamente strana.
non la stranezza e le gambe molli dell'amore, no, l'amore non c'entra ancora.
ma quando scopri che non sie più sola è bellissimo e strano allo stesso tempo, e lo vuoi urlare a tutto il mondo.
la felicità è mettere yield nello stereo della macchina, a palla, sentire given to fly oppure my way che sono quelle che ami di più e cominciare a mangiare asfalto sempre più veloce,
più veloce,
più veloce,
sempre di più.
fino quasi ad esplodere, a scoppiare, a voler invadere l'altra corsia e andare contro la macchina davanti e scontrarsi in un crash finale, un crash di quelli mortali in cui le due macchine diventano due macinini di un secolo fa e in cui raggiungi l'estasi totale, la purificazione dello spirito.
raggiungi l'attimo di pazzia che precede la morte.
è questa la felicità?
non la morte dico, l'essere in estasi per cosi poco fino a raggiungere un momento di pazzia e calma tutti insieme.
della morte ho invece paura. la vedo in due occhi ogni giorno.
degli occhi che ho paura di guardare, che sono sempre li, ma credo ci saranno per poco.
e ho paura cazzo. di questo ho terribilmente paura.

23 luglio 2007

questa me la auto dedico

popopopopo popopopopopopo

popopopopo popopopopopopopoooooo

ho picchiato la testa
lasciatemi stare
non lo vedete
non son più normale

ho picchiato la testa
lasciatemi dormire
avvertitemi quando
è pronto da mangiare

ma se lei
chiamerà
mandatela di qua

è perchè son malato
tutti mi tormentano
è perchè son sbagliato
tutti ne approfittano

andate in comune
chiedete una pensione
cosi in questo stato
non posso lavorare

perchè ho picchiato la testa
non son più normale
non son capace
di intendere e volere

ma se lei
chiamerà
mandatela di qua

è perchè son malato
tutti ne approfittano

è perchè son malato

tutti ne approfittano

popopopopo popopopopopopopo
popopopopo popopopopopopopo

21 luglio 2007

Assenza Giustificata

Sono indisposta nel pensare,
sto male,
gia sono tragica di mio, mi vittimizzo troppo, ma questa volta sono davvero triste.
è ritornata di nuovo, lei, che mi ovatta tutta la testa e che mi fa star male.
la odio.
vattene.
otite di merda.
e come se non bastassa deve venire pure la mari la settimana prossima. che sfiga cazzo.

18 luglio 2007

òooohhhh!!!!

finalmente non sono gelosa.
eccheccazzo, per una volta è bello essere felici per una persona invece di esserne gelosi.
si.
e sono pure contenta, tranquilla e la mia pelle si sente che è più rilassata, tranne ieri che ho messo troppa crema in faccia e risultava semilucida. in più faceva caldo. no no, non va bene.
comunque sono felice, l'importante è quello.
oh.

17 luglio 2007

Amo Tutto Questo

sono in pace con me stessa.
un giorno perfetto, o quasi. ricordi vicini felici che riguardavano solo la realtà.
niente cavi, megabyte, bordi rossi o stati che definivano la mia situazione temporanea.
solo io e lui da cui ormai sono dipendente e che oreè rappresentato solo da un bip. solo ora.
una dipendenza avvenuta cosi in fretta, come la maggior parte d'altronde.
ma questa è più forte, me lo sento. è vera, sana, non come molte altre.
è dolce e amara al tempo stesso, ma la risultante è un miscuglio buonissimo, nutriente e insaziabile.
è bello sentirsi vicini.
la mia pace è il cielo stellato che ho sopra, quello che a milano non potevo vedere, perchè nascosto dalla cappa semiarancione che la copriva.
la vita del corpo per la morte dell'anima.
questo è il compromesso che bisogna accettare per la vita terrena, questo è quello che siamo costretti a vivere.
ma è magico, almeno una volta, essere in pace.
stare su un balcone in piena notte, l'aria che accarezza dolcemente il viso e che si insinua fra gli arti.
è come rivivere un momento felice.
oppure non l'ho mai vissuto, e l'avrei voluto vivere.
da piccola mi sarei dovuta sdraiare nel balcone nonostante la polvere nei capelli, l'avrei dovuto fare, per vedere le stelle, sentire i cani a diverse distanze, le ranocchie e i grilli e qualche rara volta anche il rumore delle ruote sull'asfalto, per riportarmi alla realtà, per non farmi addormentare, per godere in pieno di quel momento.
l'avrei dovuto fare, per avere quel ricordo chiuso nel mio cuore.
invece lo faccio ora, per la prima volta.
appoggio le mani dietro, distendendo le braccia, come sostegno.
sento la polvere nelle dita.
mi sdraio leggermente e guardo le stelle ascoltando, sentendo, e odorando tutto.
guardo da un nuovo punto di vista, e mi accorgo che non cè posto migliore di casa mia.

Mi Perdoni?


scusami.
non basterà forse l'aria afflitta e una gocciolina, ma io sono fatta cosi, mi conosci. sel l'unica persona che mi conosce.

Auguri, ti voglio bene.



immagine by ponandzi.com

15 luglio 2007

caldo piccolo centro del mondo

quali sono le caratteristiche dell'uomo?

in questa società, quella in cui viviamo, quella in cui stiamo ore attaccati al pc e altrettante ore attaccati alla televisione.
quella in cui il sabato sera, cadesse il mondo, siamo costretti ad uscire, a vedere gli "amici", a bere una birra, a sentire un gruppo, un dj a fare qualcosa, a vedere gente.
quella in cui abbiamo la giornata organizzata minuto per minuto.
lavoro - casa - lavoro - amici - casa.
e il ciclo si ripete.
l'eterno ritorno, la dialettica malefica che non finisce più.

e le nostre caratteristiche, quindi, quali sarebbero? la nostra natura, quale è?

attacchi complulsivi di "avere":
"se vedevo qualcosa di ingegnoso, dovevo averlo [...] una volta leggevamo pornografia, ora leggiamo arredo mania"

insonnia:
"deve darsi una calmata, ha bisogno di sano sonno naturale"

dipendenza:
"è meglio che te ne tiri fuori, diventa una droga..."

pazzia:
"a parte insaporire il brodo d'aragosta, scorreggiava sulle meringhe, starnutiva sul tortino di indivia, e sulla zuppa alla crema di funghi lui.. beh..."
"avanti diglielo"
"l'avete capito"

amore:
"il preservativo è la scarpetta di vetro della nostra generazione. te ne infili uno quando incontri una sconosciuta, poi ci balli tutta la notte e poi lo butti via. il prservativo, non la sconosciuta"

contatto fisico:
"signori, benvenuti al fight club"



non conta quello che hai,
non conta come ti vesti.
siamo consumatori,sottoprodotti di uno stile di vita che ci ossessiona.

le cose che possiedi, alla fine ti possiedono.

a me una pala #2

folle e freno a mano tirato, per non parlare delle immancabili frecce lampeggianti che indicano un arresto momentaneo e che puntualmente dimentico di spegnere quando riparto, cosi che tutti mi guardano pensando "che pirla", per rimanere sul non-volgare.

mi fermo li davanti, e scendo, con portafogli e chiave della macchina in mano. attraverso.
ok preso, posso riattraversare.

cè un autobus. aspetto che passi, onde evitare di diventare un frullato.
e ovviamente stavo aspettando proprio sotto il cartello "fermata bus".
e che fa il bus?
si ferma e mi apre le portiere, ovviamente, e mi invita a salire.

"no, non devo salire" e attraverso, passandogli davanti ed entrando in macchina.

poi mi giro verso il bus, e noto che tutti gli occhi erano puntati su di me.

a me una pala. nuovamente.

14 luglio 2007

Siete invidiosi eh?

bambini che giocano a fare la "Sartiglia" con le biciclette, la stella, l'invocazione dei loro miti indissolubili ("l'ha presa come Melanzanaaaaa!"), le formazioni ("ora tocca a su segundu") e le definizioni ("dopo tanto cè s'istoccu") originali e le riproduzioni sonore ("peee pere beeee") mastrealmente riprodotte con la voce.

tutto questo è Su Brugu, ergo quello che vedo dalla mia finestra, in un periodo di forte carenza di manifestazioni satrigliesche.

quando si dice il recupero delle tradizioni...

per coloro che non conoscono la sartiglia, qui è disponibile il link al sito (non sapevo ne esistesse uno, mah..)

di quartetti jazz...

ed ecco a voi il GAM project





Andrea Cogoni: drums
Antonio Farris: bass
Gianfranco Fedele: piano
Marta Loddo: voice


poca qualità (della foto), grande musica (del gruppo).



dedicato ovviamente a mumucs (fra un po anche i video eh)

13 luglio 2007

a me una pala

e forse è giunto davvero il momento di smetterla,
forse eh.

e cominciare seriamente a vivere, magari.

12 luglio 2007

Ricordi


ricordi di gatti nei sacchi, di cruciverba, tris, matite in posti ignoti, abbracci, caldo, stanchezza, occhi gonfi, pioggia nei campetti, gatti nei maglioni, cazzate, termosifoni-panchine, bagni visti come liberazione, pinuccia, il drago, la lista dei panini, maglioni uguali, inno del milan, laboratori, ore interminabili, c10, libri e quaderni.
e loro.
i compagni.

ricordo di un esposizione, delle facce dei prof che mi guardano per l'ultima "inquisizione", che mi chiedono, che per l'ultima volta mi giudicano e mi tengono fra di loro. l'ultima e triste volta.
ricordo di un anno trascorso a vagare.
un anno fa. cosa diventavo un anno fa? cambiavo? no, per niente. mi sento la stessa.

e come vorrei tornare a quel giorno...


complimenti Barbara, bella la tua tesina...


sarà per quello che oggi mi sono svegliata alle sette, con l'ansia, la voglia di cambiare, che quella cè sempre ma manca la caparbia. porca puttana se manca.

11 luglio 2007

La ciliegina

mi ci voleva proprio questo film fatto di modelle, taglie 38, bastarde, tacchi a spillo, pelle perfetta, in un giorno di odio per tutto quello che è "esteriore".

odio persino il balcone di casa mia, pensate!

un caloroso omaggio

cosa me ne può sbattere a me dell'apparenza?

di una frangia dritta

del trucco

della crema per le mani

di dimagrire.

cosa me ne può sbattere? cosa me ne importa di ciò che pensano gli altri quando è da ventanni che non fanno altro che sfottere. tutti quanti.
e a me di questa moltitudine di teste di cazzo cosa importa?
di mia madre che tuona per farmi usare delle cose che lei definisce "belline"?
e di tutte le persone che mi guardano solo fuori?

niente.

di apparire?

niente.

di essere me stessa?

molto.

e da me stessa che vi dico: vaffanculo.

niente è come il vedere

sentire.
annusare.
toccare.
leggere.
parlare.

tutte bellissime, tutte quante.
ma niente sarà mai come il vedere.
i tuoi occhi che si schiudono verso qualcosa di nuovo, verso un nuovo giorno, o una nuova era.
i tuoi occhi che si allargano per la felicità, o che piangono per la tristezza.
ti sconvolge tutto, ti fa venire la nausea, non ti fa dormire la notte, ma soprattutto ti fa sorridere soltanto ripensando alla visione che hai avuto.
mi gira la testa, e non è la birra, e neanche il thè.
sono i miei occhi.
che scorgono qualcosa di nuovo, inaspettato e che si avvicinano piano.
ma non è la fisicità che conta, non è l'avvicinamento.
è quel che provi vedendo, tutto ciò che sta all'interno, dietro.
i tuoi occhi che si posano leggermente e che accarezzano piano, con un gesto dolce e affettuoso.
cercano, e trovano. e ridono.
tutti i ricordi, la felicità, i piccoli gesti, tutto che riaffiora e che ti passa daventi con una veloce pellicola.
e di chi è sempre il merito se non della vista?
questo fantastico senso che ci fa assaporare tutto, che ci fa conoscere, che ci rende felici.

mi accontento facilmente.
mi affascina la semplicità.
provo un senso di tranquillità.
mi vengono i brividi.
metto la testa da un lato come una dodicenne tutta cuori e fiori.

amo.
provo amore.

ed è bello.

10 luglio 2007

Invoco il dio delle tasse!!!

storie di ordinaria amministrazione culinaria.
ergo:

tavolo +
tv rigorosamente sintonizzata sul canale tel tiggì +
padre che da del cretino al cane +
madre che mangia pasta a tradimento per poi dire, quando abbiamo cominciato anche noi "basta, non mi va più la pasta, non sto mangiando più niente".

mangio la mia pasta, con occhi e orecchie verso la tivù.
il signore che ci parla da dentro, quello che fa il telegiornale e che tutti dicano che sia bono (secondo me la rai lo sfrutta per le proprietà ripetivive-paraboliche delle sue orecchie), mi dice una cosa del genere:

"da autunno per entrare al centro di Milano in macchina si dovrà pagare un pesaggio dai 2 ai 10 euro, dipendentemente dal grado di inquinamento della vettura".

ah però, mi son detta.
insomma potrei sbattermene altamente visto che non son di Milano, e dire "ah ah ah milanesi di merda lavurate e pagate".
ma non lo faccio.
non lo faccio per due semplici ragioni:

primo son rispettosa verso le persone meno fortunate di me, poverini, vivono a milano.
secondo perchè sento che questo è l'inizio di una tragedia preannunciata.

se cominciamo cosi sono sicura che finiremo col dover pagare anche per entrare in casanostra.

io me lo vedo già il tipo cicciotto con la barba incolta, cappello da capostazione e con una marea di biglietti, dentro un piccolo casello nell'ingresso di casa mia.
mi guarda con occhi da pesce lesso ogni volta che rientro il sabato notte a casa, stanca, mezzo sbronza e soprattutto con la vescica piena in procinto di esplosione.
mi guarda e vuole soldi. bastardo.

si, finiremo cosi.
con il dover pagare anche per entrare nella nostra casa, anche per usare la macchina per andare a comprare il deodorante o gli assorbenti che ti son finiti e tu sei in piena eruzione mestruale, o anche per entrare in bagno.

pagheremo per tutto, cazzo, per tutto.

09 luglio 2007

Non odi tutto questo?

"Non odi tutto questo?"
"odio cosa?"
"i silenzi che mettono a disagio, perchè sentiamo la necessità di chicchierare di puttanate per sentirci di più a nostro agio?"
"non lo so, è un ottima domanda"
"è solo allora che sai di aver trovato qualcuno davvero speciale, quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento, e condividere il silenzio in santa pace"

pulp fiction, Uma Thurman e Jhon Travolta.


io odio "tutto questo".
io odio il silenzio che si ricrea in una situazione di imbarazzo. soprattutto in una situazione di "perdita".
quelle situazioni in cui hai perso una persona. no, non parlo della morte. almeno non di quella della carne, ma dello spirito.
quando muore il rapporto che vi teneva uniti, quando cessa l'amicizia e inevitabilmente ci si vede, magari anche dopo molto tempo si crea questo silenzio.
un silenzio di tomba, imbarazzante.
non sai che fare, che dire.
quella persona ti riporta al passato, a giorni felici trascorsi insieme che ormai sono finiti, bruciati, dissolti nel tempo e nello spazio.
neanche le frasi di rito possono cambiare qualcosa, perchè ormai tutto intorno ate si è mosso, ha preso una determinata piega irreversibile.
sei cresciuta, hai fatto tante di quelle cose, molte cazzate, hai visto troppo, ed ora non sei più la stessa.
ma come si può decretare la fine di un era. come si mettono i paletti di "stop, qui cambia tutto".
come si perdono le persone del passato?
le trascuri, si, ma è inevitabile.
e poi si cade in quei discorsi banali e quelle frasi che un tempo sarebbero state superficiali e idiote.
ora non lo sono, non un questo contesto.
i soliti discorsi di routine per fingere interesse, e la frase finale, mi ha fatto piacere sentirti.
è in quella frase che è racchiusa la fine, la fine di un era. chissà.

Dovute Scuse

ho avuto una sbandata, lo so.
non l'arei mai dovuto fare. non sono ancora pronta, non lo sono per niente.
non sono pronta a mollare tutto, a capovolgere la mia vita cosi. a lasciare alle spalle un anno di bellissimi ricordi. non cè la faccio. scusa splinder, ma non cè la faccio davvero.
anche se mi fai incazzare spesso e volentieri, come quando non blogghi alla perfezione e mancano delle parole, oppure quando hai l'html tutto incasinato e non mi fai capire una mazza (che già da sola non ci capisco nulla), oppure quando mi sbalzi tutti i colori. comunque...

scusami mio caro vecchio blogspot, scusami per averti tradito.

08 luglio 2007

La verità dei Gatti

stare a casa è la cosa che riesce meglio.
rimanere seduta nella sedia a rotelle, farla dondolare ascoltando un buon album.

no, niente whiskey.
non sono di certo un ricco imprenditore nel suo doppiopetto nero e ben stirato, a fianco al suo tavolo da biliardo, mentre regge il suo bicchiere nel suo ufficio. che più che un ufficio sembra una lussuosa suite di un cinque stelle.

pantaloncini e maglietta. da indossare solamente in casa. no, fuori no, mai.
vestirsi implica troppo tempo. oppure troppo poco, dipende dai casi.
un paio di jeans, una maglietta meno consumata e le scarpe da ginnastica.

fuori è notte, o meglio, sera tarda.
dieci e mezza, quasi.
due passi e il distributore è li. il bisogno di nicotina mi fa fare questo.
un giro nella mia città, in quello che sono, nello specchio del mio essere più profondo.

cosi incontro due gatti.
adoro i gatti, mi fanno impazzire.
mi piace troppo la loro coda che si raddrizza e che si struscia nelle mie gambe, quando sono felici delle coccole.
o il modo in cui mi abbandonano, mi girano la faccia tutto ad un tratto, quando meno me lo aspetto.

e un gatto dei due mi si avvicina, e mi dice qualcosa, una cosa che non capisco.
cosi un po shockata e un po rincoglionita, mentre la nicotina circola gia nelle vene, rispondo: "puoi ripetere?"
e lui ripete: "offrimi una sigaretta, stronza."
"ok".

Costrizione Musicale

ed ecco la domostrazione di superficialità a livello locale.
quei luoghi, questa volta a livello locale, appunto, in cui il cervello è un optional (non è un congresso della lega), e si da largo spazio alla superficialità, al mettersi in mostra e alla classificazione di ogni individuo, mediante frasi del tipo:

"hai visto che tette quella li?"

"quella è una porca"
oppure

"dai facciamo una foto insieme"

o le classiche toccatine alla spalla per far girare le ragazze e per dirgli "cè un mio amico che ti vuole conoscere".
sai, cè un mio amico che ti prenderebbe volentieri a calci nel culo, testa di cazzo.
mi stai pure sulle palle, giusto per sottolineare quanto mi ha fatto piacere guardarti anche solo due secondi in faccia.

il regno del materialismo e delle gambe in mostra non è certamente il mio luogo.
non ho le carte in regola per entrare la dentro, oppure ho troppe paranoie in testa per entrarci e trovarmici bene, o, altro ancora, non sopporto proprio queste scene disgustose che sono costretta a vedere;

ragazze mezze nude che sguisciano come anguille e che mi danno gomitate, involontarie ma ugualmente dolorose, o coppiette poco pudiche che mostrano apertamente il loro amore in pista.

h 1.30
"dai entriamo cosi paghiamo di meno, ora"
bagno - giretto - bagno.
le capacità della vescica mia e della mia amica sono leggermente minime.

poi vedo le persone che ci sono. le solite persone. sempre le stesse.
cosi mi viene da pensare, da fuggire da volare via.

chi me lo fa fare, chi mi obbliga a rimanere in questo luogo, con le solite facce, le solite persone pronte a prenderti per il culo solo perchè non sei una figa, solo perchè sei te stessa, e loro sono quelli che pur di rimediare una ragazza si ridicolizzano in pubblico.
si mettono a saltare, mentre le ragazze li guardano sghignazzando e dicendo:

"ha ha ha che scemiiii"

a me non fanno ridere proprio per niente.
anzi, mi fanno solo piangere.

vederli mi rende triste ed incazzata soprattutto.

incazzata perchè sarò costretta a vederli sempre, e sarò ugualmente sempre costretta a stare in disparte, ad essere l'amica delle fighe che ballano in discoteca e che attirano ragazzi come api con il miele, che sono vestite abbastanza fashion.
incazzata perchè non posso fare nulla per cambiare, che sono costretta qui.
incazzata perchè sono io che mi costringo. solo quello.
solo.

mi costringo e mi lego al passato, e rendendomi piccolissima. tanto piccola da essere invisibile, o almeno a volerlo essere.
invisibile agli occhi degli altri, agli occhi di quelli che non sopportano e non tollerano, agli occhi che non sanno far altro che giudicarti e darti un cazzo di numero o a metterti in una scala di preferenza. agli occhi della gente ignobile.
la gente che mi fa incazzare e mi fa schifo. fanculo a loro.

05 luglio 2007

Tutto questo perchè amo mia madre

urli vari.
normale amministrazione, è mia madre.
ah allora tutto ok, si va bene.

mi addormento di pomeriggio. è una cosa rilassantissima per me, davvero. non lo faccio mai, perchè è raro per me avere sonno, quando il sole splende. ma quando sono veramente stanca un sonnellino non me lo leva nessuno.

quando senti tua madre che urla il tuo nome però non è tanto rilassante.

anche se la ignori, perchè tanto sai che verrà in camera a romperti inesorabilmente le sacrosante che non possiedi.

entra in camera, ignara del fatto che magari sono stanca.

"aiutami a spostare i materassi" è la cosa che dice, palpandomi le gambe per darmi fastidio.
non te ne sbatte un cazzo, mamma, se sto dormendo vero?
vabeh vado ad aiutarla nonostante lei continui a sfottere per via delle mie costanti cadute nella scala.

CERTO, STAVO DORMENDO.

la aiuto e mi lavo i piedi, che si erano leggermente sporcati, visto che dalla fretta non mi ero messa neanche le scarpe.

mi rimetto a letto, imbecille io, lo so.

infatti non ho dormito un cazzo.

e allora sono andata a fare la spesa con il papi, visto che me l'ha chiesto.

e quando sono tornata lei era li, come un missile, puntata verso di me, a dirmi l'ennesima coglionata per farmi urlare.

e ci riesce.

ahhh se ci riesce.

ma la cosa più bella è come se ne esordisce lei, con una frase del cazzo proprio.

"ah si vede che hai dormito male stanotte, vai a letto vai"

li mi sono trattenuta. ho fatto male?

04 luglio 2007

Università, sempre lei.

Scienze Politiche


sentite come suona bene.

cosa studi?

Scienze politiche

e sticazzi, risponderei, io.
il mio unico problema, quello di vitale importanza, ora, è l'università.
che importa a tua madre che farai?
vai in farmacia. si, famosa io per adorare la chimica e la biologia. famosissima proprio.
a che cazzo ti serve scienze politiche? zero sbocchi.
eh perchè invece se mi laureo in farmacia poi riesco a vivere.
come sei ingenua, mamma. ma non ti preoccupare, ti voglio bene lo stesso.
mi ha chiamato raffo:
"è la stessa cosa che ho detto a dario, la triennale è un pezzo di carta, ciò che conta è il dopo, la specialistica e i master".
ho la mania di credere subito alle persone. lo so brutto vizio.
ma mi da coraggio.

penso alle mille persone che si laureano o che vanno all'università senza niente di preciso.
senza ideali, senza scopi, ci vanno e basta, come fosse un dovere.

che fai dopo la maturità?

università, ovvio

quali sono i tuoi hobbies?

musica, cinema, sport, tivu. ah dimenticavo, la discoteca.

e vanno all'università.
nulla da dire eh, felice per loro, magari sono pure dei geni incompresi.

ma gli ideali sono quelli che mancano.
quella briciola che assapori e che ti porta a voler mangiare l'intero, il tutto.
la passione innata per qualcosa, uno scopo nella vita.
il poter dire

io studio questo perchè l'ho sempre adorato.

quanti lo possono dire?
quanti possono dire che studiano per devozione?
forse in molti, si.
mi dispiace non poter essere fra quelli.
la mia totale mancanza di interesse per molte cose mi segna, mi priva di questo piacere.
provo invidia verso le persone che sono sicure del proprio percorso di studi.

io non lo posso essere. forse un giorno si, fra tre anni. ma ora no.
non posso.


Sentito a studio aperto (si si ok fa schifo, lo so)

si è ammazzato.
non ne sapevo niente di lui, ma è morto, proprio domenica scorsa, ignara di quel che accadeva, e di quel che accade al di fuori di queste quattro mura fatte d'acqua, che isolano un po la sardegna dal resto del mondo. un'isola felice la nostra. non fatta di banditi, pastori, e pecora. no. c'è di meglio. è fatta generalmente da ottusi, paraocchi e soprattutto criticoni.
ahia.
brutta specie quella.
che poi se non ci stai attenta puoi finire nel giro, e da li, ahimè, è difficile togliersi, ne so qualcosa.
al di fuori di questo alto muro, che si erge più che altro in ogni singola testa sarda (o quasi, scusatemi, non voglio fare di tutta l'erba un faccio), succede qualcosa. forse qualcosa riscontrabile anche qui da noi, da vedere sotto un altro punto di vista, più scherzoso o semplicemente innocente.
ma del fuori che parlo io è difficile che si ritrovino aspetti positivi o scherzosi.
un ragazzo che viene violentato e penetrato con un ombrellone.
e la penetrazione non è solo fisica ma anche psicologica, soprattutto psicologica.
il dolore lo senti nel cervello, a livello di umiliazione e vergogna.
quello stesso ragazzo che muore.
si getta da una nave in pieno, e il mare che lo accoglie fra le sue braccia. il mare lo accoglie meglio di quanto l'abbia accolto la terra, con i suoi esseri e con l'uomo.
ha preferito il mare alla vita, il mare che non è il suo ambiente naturale l'ha potuto ripulire di tutta la ruggine che era dentro di lui.
la ruggine che si sgretolava e che cadeva a pezzi ad ogni movimento di quei ragazzi.
quei vecchi e decrepiti ragazzi. per usare un eufemismo.
per non dire proprio quei coglioni, quei rincoglioniti patentati. per dirla in termini corretti, anche se scurrili.
le loro ossa saranno ancora morbide, la loro carne debole, il sangue perfetto, ma il loro cervello no.
il loro cervello ha cambiato almeno un paio di teste. è vecchio. strausato. da gettare via come carta straccia.
è talmente vecchio che perde ruggine. cosi come il loro tuttuno.
perde ruggine, sono antichi, quasi vintage.
almeno in termini metaforici, ovviamente.
ma perchè allora esiste al mondo tanta gente cosi vecchia e leggermente retrò?
non capisco lo spreco di vivere se poi dobbiamo sopportare tali tragedie, tali cazzate.
questi bambini che si pugnalano alle spalle.
"io ho il pipino più grande del tuo, ah-ah-ah"
"io sono bianco e tu sei nero ah-ah-ah"
"tu sei messicano, muori ah-ah-ah"
e come non piangere, poi, davanti a tanta tristezza?
altro che film strappalacrime, un ginocchio sbucciato, la protagonista di beautiful che muore.
guardiamoci intorno, guardiamo come va il mondo, quanto odio cè, quanto razzismo cè.
che poi mi chiedo. perchè? perchè razzismo? da dove nasce questo odio infondato se non una tremenda paura del conoscere? l'uomo talvolta è troppo sciocco, troppo ignorante nel non voler conoscere, sapere, accettare.
non apprezzare, non lo chiedo.
ma accettare e rispettare.
rispettare che un uomo morto con i polsi bucati appeso in una classe di prima elementare possa turbare qualcuno. rispettare che quello che voglio fare io non è da criticare a priori senza conoscere. rispettare il fatto che una persona sia quella che è, e accettarla per quella che è.
intelligenza, ci vuole solo un minimo di intelligenza.
e questo mondo potrebbe essere meno arruginito.

03 luglio 2007

Sticazziland

Stavo guardando la tivu, poco fa.
già quella scatola nera che accendo dopo che ho lavato piatti e cucina (mi piace aiutare in casa, sono una specie di maniaca della pulizia e dell'ordine) e davanti alla quale mi siedo.
ho lo scettro in mano, e ne son felice. che poi lo scettro non è altro che il telecomando, il simbolo di potere, l'emblema della forza dell'uomo contemporaneo. beato colui che detiene il potere, che può cambiare canale.
tanto mi serve solo per premere il numerino "sei" e per alzare il volume a piacimento, dipendetemente dalla quantità di decibel che mia madre fa fuoriuscire dalla sua bocca.
sono seduta e guardo beverlyhills, un po perchè mi piace, e un po perchè mi piace ritornare indietro nel tempo.
pubblicità. maledetta.
faccio zapping e mi sintonizzo su raidue. no ma non posso lasciare a lungo "italia sul due", che son scema?
vabbe vado su emtivi, che si vede male, ma almeno rido un po.
c'è trl con quel pirlone di alessandro, che è uguale da non so quanti anni e quella cogliona, scusate il termine diretto, ma ci vuole, di "babi" di tremetrisoprailcielo (3msc) che fa proprio la bambolina.
stanno intervistando uno dei fighetti cantanti d'oltreoceano stile hilary duff, ma maschio, del quale, accidenti a me, non ricordo il nome. comunque è quello che faceva l'adolescente tormentato di summerland. il classico bono, che viene dalle alte montagne e che in una settimana diventa il re del surf oceanico.
stupefacente direi. almeno stupefacente quanto la roba che si sono fumate le tipe prima di andare li a chiedergli i cazzi suoi. le classiche ragazzine che hanno 15 anni anche se non lo diresti mai, e che sono vestite a "tema" come un qualunque party a tema, appunto. stile "pirati" oppure "cipressi in cimitero". il tema della giornata doveva essere "imbecilli bianche", perchè erano tutte imbecilli, su questo tutti d'accordo, ed erano stranamente tutte vestite di bianco, o almeno questo è quello che ho voluto vedere io. forse il mio cervello ha voluto rimuovere i vestiti di quelle ragazze perchè proprio improponibili. o magari sono cieca e basta, chissà.
passiamo alle domande.
una tipa esordisce con una domanda gia formulata in inglese.
brava, meno lavoro per quei due coglioni di presentatori:
-what do you think about italy and italian girls?-
-the most beautiful girls in the world-
risponde il pischello.
"non cè neanche bisogno di traduzione", risponde il conduttore felice di lavorare semrpe meno.
ma che bravo..
oh siamo le ragazze più belle del mondo? ma quanto sei simpatico, ma si, lo compro il tuo ciddi visto che ci dici queste belle cose. tanto non lo fa nessun'altro vip, no, tranquillo, sei il primo.
per non parlare della seconda domanda:
-dove trascorrerai le tue vacanze?-
-sono qui in italia per lavoro, ma mi piacerebbe rivenire e fare le vacanze qui!!!- e siamo a due. no non siamo coglioni tranquillo. lo sappiamo che ci stai prendendo per il culo. ma a loro va bene cosi, sono felici. un po come sei felice tu di ricevere chissà quale cifra per dire "italia, bella, pizza, maccheroni e vaffanculo".

02 luglio 2007

I dilemmi della vita #2

sto pensando di trasferirmi.
o magari di mantenere una doppia identità, degna del mio segno zodiacale.
per evitare incomprensioni fornisco un altro link, di un altro mio blog (stramonio, non mi odiare per questo).
devo decidere che fare del mio spazio web :)

relativamentebibi.splinder.com

La polverina magica

cominciare un post per parlare di qualcosa di definito.
proprio di quello. avevi messo anche il titolo relativo al contenuto della tua rosa che sarebbe presto sbocciata.
sarebbe nata una nuova teoria, una delle tante tue teorie, o forse solo un mucchio di parole messe a casaccio (manco fossi la woolf col suo flusso di coscienza), erbaccia, dettata dalle frustazioni momentanee, da piccoli sbalzi d'umore e veloci e ansianti fitte che ti bucano il cervello. te lo divorano e ti fanno stare male.
gli sbalzi d'umore fanno male. ne sono consapevole.
ma passiamo alla teoria vera e propria.
l'ultima volta non ci sono riuscita. ho scritto il titolo, ma ho lasciato perdere. ho cominciato a divagare e scrivere d'altro, fino a che il titolo non si è tramutato in qualcosa di più adatto al contenuto del post. non ci son riuscita perchè forse non lo voglio ammettere, non voglio credere che sia vero. ma questo strano sentimento ci sorprende ogni giorno.
parlo dell'amore, del tanto sospirato amore.
ti svegli un giorno e capisci che non sei in grado di sopportare un peso cosi grande, poi ti svegli in un altra data e sei piena di cuoricini che aleggiano da ogni parte, ti sorridono, e tu sorridi, come un ebete.
stamattina mi son svegliata senza amore in corpo.
io che apparentemente posso sembrare scorbutica, stupida, e anche un po cogliona, a dire il vero. io che ho una pelle di diamante, dura, ma incredibilmente fragile. una cute che si rompe molto facilmente, per far trasparire quella che sono veramente.
dolce e sensibile, estremamente sensibile.
una sensibilità che ad ogni minima parola o ad ogni minimo movimento risente di qualcosa, sempre e comunque. io che sono fatta in questo strano modo, proprio io, stamattina, ero completamente vuota. non provavo amore, non provavo niente. quello che provavo gia da tempo mi scivolava addosso e si squagliava al mio contatto, come una palla di neve in un forno a 300 gradi. mi sentivo vuota dentro, vuota e ingorda di qualcos'altro.
no, non era più ciò che desideravo. era altro. gia da un po di tempo è altro, o forse sono io che mi convinco troppo.
io che passo da una parte all'altra con una facilità estrema, almeno per quanto riguarda le cose futili. perchè per me l'amore è futile, semplice, qualcosa da prendere alla leggera. non si può dargli troppa importanza, o si finisce per esserne dipendenti, e non va bene.
quante lacrime versate per una singola persona, quante serate ad ascoltare quella canzone che ti faceva sorridere e ti rendeva triste allo stesso momento.
ora sogno altro, desidero altro, o almeno credo.
l'amore è un tocco magico, una polverina gettata nel viso quando dormi che ti fa arricciare il naso e sorridere, e, soprattutto, che ti fa svegliare in un altra dimensione. ti senti completamente nuova e diversa, e tutto cambia attorno a te.
e cambi anche tu.
non so se sto cambiando, se un comportamento gentile puo farmi cambiare idea. o se non sento più quell'attrazione per vari motivi. non lo so.

La vita è un thriller

stamattina avevo paura.
una tremenda paura che mi ha svegliato verso le otto. orario insolito per una persona che, come me, non ha molto da fare.
almeno non in questo periodo.
mi sono alzata di botto, con il cervello fuso dal caldo e dai pensieri, come nei migliori thriller psicologici, dove il protagonista ha delle premunizioni notturne e si sveglia all'improvviso portando il busto in avanti velocemente, mentre il suo compagno mezzo addormentato gli da dei baci e l'abbraccia dolcemente per farlo dormire in pace.
una specie di sensazione del genere.
ma non c'era nessuna camera che mi riprendeva, nessun tarantino che mi diceva come muovermi, e soprattutto nessuno a fianco a me, nel mio letto, che mi abbracciava dolcemente.
senza contare, poi, gli effetti speciali esterni, pioggia tuoni e grandine. fuori splendeva un sole fantastico. il sole che illumina l'estate sarda e che non ci lascia un attimo al fresco.
un sole caldo ma non afoso, non sempre almeno. stamattina ero colta da una paura tremenda, una paura che investiva la mia carriera universitaria, o almeno quella che sarà una futura carriera universitaria.
la paura del ritorno. l
'eterno ritorno di nietzsche, quello che il superuomo non teme, ma quello che l'uomo normale non vuole neanche conoscere. sto vivendo per l'appunto questo periodo di ritorno, un ricominciare da capo quello che avevo gia fatto un anno fa. chissà se sono pronta, se cè la faccio. queste domande sono nel mio cervello da chissà quano tempo. la paura di riprovare le stesse emozioni negative e soprattutto la paura del ricevere lo stesso risultato.
la paura si impossessa di noi come una tremenda piovra.
e allora mi alzo, accendo il computer e cerco disperatamente le alternative alla mia cara facoltà di sociologia.
scienze della comunicazione, sassari scienze politiche, cagliari connetto un po il cervello, e penso. poi ripenso e sento alcuni amici. non seguo mai i loro consigli, sono molto testarda, mi fido solo di me stessa, anche se abbocco facilmente ad ogni cosa che mi viene detta.
eppure ci son delle persone che mi fanno ugualmente riportare sulla diretta via, sulla mia via. chissà se farò bene.
positività

01 luglio 2007

Top Ten

io.
ah ah ah
io, si proprio io.
il mio ego si gonfia oltremodo. non ne avete neanche idea.

si è gonfiato cosi tanto quando ho letto quella frase che tutte le ingiurie che mi son state dette in questi 20 anni di vita si sono raggomitolate e sono state sbattute fuori violentemente dal mio cervello.
era solo un attimo.

ho letto la frase "ti ho linkata"

li per li non ho capito, poi sono andata nel blog della collega Alicesu, e leggendo l'ultimo post ho capito.

ha fatto una specie di "classifica" (se cosi la devo chiamare, ma preferisco dire "selezione" :D) dei post più belli della settimana.
7 post.
che poi ha scremato.
e ne sono rimasti tre.

e li ho capito.

"La seconda vincitrice di questa settimana è Bibyyy con "Ci vorrebbero i raggi ics".
Un lungo viaggio nell'incazzatura. Incazzatura sana, visto il mondo in cui siamo obbligati a vivere."



porca miseria.
PORCA MISERIA.

cazzo quanto son gonfia di ego. fuoriesce da tutte le parti.
sono una persona molto egocentrica.
e sono anche una persona che trova un minimo di conforto e di spinta anche per queste minime cose.
insomma io che sbaglio i congiuntivi, che molte volte non so formulare una frase bene e che venivo sempre rimproverata dalla prof di lettere per la mia poca bravura nell'utilizzo dei capoversi.

"capoversi, piroddi, capoversi!!!!"

mi ripeteva continuamente quando consegnava gli scritti.

ma che ci posso fare, sono una james joyce dei nostri tempi, un incompresa ragazza spinta dal flusso di coscienza.
una persona un po incompresa e a volte acida.
una che non è tanto aperta al prossimo.
odio invitare le persone.
odio i vari comportamenti standard che si devono adottare con le persone.
il classico "buonsenso".
odio essere cosi, e lo sono per via delle persone che giudicano l'esteriorità, dei ragazzini delle medie che non sopporto, di tutte le persone che conosco e che mi trattano allo stesso modo.
e non so il motivo.

ma di quello magari ne parlerò più avanti,
ho tutto in testa ma non riesco a dirlo.
ora mi godo il momento.

sarò idiota, ma io me lo godo lo stesso. perchè chi si accontenta gode.

i dilemmi della vita...

ho visto un layout stupendo, ieri. bellissimo.
un layout ovviamente molto "alice in wonderland" che ultimamente mi sta ossessionando.
ma è solo per splinder.
potrebbe essere un idea, però, quella di passare a splinder. magari si può fare.
mi spiace abbandonare questo blog però.

Come far Felice una Figlia

dopo l'oltretomba-post scorso, che mi rende una persona molto spirituale e profonda, e anche un po sensibile, passiamo a qualcosa di materiale.

sticazzi, mi fa anche molto paurosa, una cagasotto proprio. ma io sono cosi.

quando la notte mi rigiro nel letto e rifletto sulle mille presenze spirituali che possano esistere, 
quando corro per le scale la notte per paura che 
lo spirito di qualcuno mi insegua,
o quando semlicemente guardo un film che non dovrei vedere...

penso all'unica soluzione possibile per le mie paure.
ovvero   



le segretarie morte dell'oltretomba di beetlejuice, una soluzione piuttosto esilarante. 
bel film, comunque, complimenti a burton.

ma passiamo al nocciolo del post.

stamattina sveglia alle 11, sveglia biologica dopo 6 ore di sonno.
non tanto biologica, ora che ci penso.

mia madre: "barbaraaaaaaaAAAAAA vieni al mare?"
"no"
"dai non sei manco uscita ieri"
"si che sono uscita"
"dai vieni, stai male?"
"no"
"preparati"
"NO"

forse non l'aveva capito abbastanza bene, che avevo sonno.
comunque lo capisce dopo un po e continua a parlare, incurante del fatto che sua figlia è distesa a letto con occhi chiusi, apparentemente Dormiente.

"ah controlla il brodo di pecora"

no, ho sentito bene?
brodo di pecora?

"aggiungici acqua, se si asciuga"

certo come no, per renderlo ancora piu lungo.

mamma, ma come cazzo si fa a fare il brodo, di pecora poi (sono o non sono sarda?), il 1 luglio.
quando non fa caldo, no. di più.

mezzora dopo scendo accompagnata dal mio senso del dovere, ed entro in cucina.
no
non c'era quello che mi aspettavo di trovare, ovvero il classico pentolone formato esercito di acqua puzzolente e calda con ossa e vardure varie che spuntano e un vapore che neanche le saune più bollenti riescono a generare.
no non c'era un pentolone.
c'è n'erano due.

due strazianti pentoloni di acqua giallognola che ribolliva, accompagnati da un odorino di carne morta.

no, mamma, questa non te la perdonerò mai.

puoi scordarti il cd di gianni morandi con gli inserti speciali e la collana di perle. decisamente.



edit.tutte le cose sono reali, ahimè, tranne il cd di gianni morandi con gli inserti speciali, tranquilli, non esiste.